Pochi oggetti, men che meno automobili, possono raggiungere nell’immaginario comune uno status paragonabile a quello di una reliquia sacra. Tra questa sparuta minoranza c’è sicuramente la Lancia Delta Integrale, un’auto che con il suo palmares sportivo è entrata di diritto nell’olimpo personale di ogni malato di automobili. Questa sua aura leggendaria ha fatto si che da più di 30 anni, milioni di fan reclamino a gran voce un’erede degna del “Deltone”, un’auto in grado di suscitare emozioni almeno paragonabili a quelle dell’antenata. Lancia ci ha provato con due modelli assolutamente deludenti ed ora, viste le sue condizioni attuali, non lascia spazio a molte fantasie. Proprio per questo motivo, molti atelier e piccoli costruttori indipendenti hanno più volte annunciato o provato a partorire una propria versione della Delta Integrale. L’ultima proposta e la prima realmente convincete, è quella fatta da Automobili Amos, un restomod più che un nuovo modello inedito. Non ci avete capito granché? Continuate a leggere.
Un Deltone al suo meglio
Se non sapete cos’è un restomod, provate a pensare a quello che avviene per le auto firmate Singer: si parte da una vecchia Porsche 911 raffreddata ad aria e con modifiche, accorgimenti e pezzi specifici si arriva ad un’auto che è una esaltazione ed una rivitalizzazione dell’originale. Anche Eugenio Amos e il suo team hanno fatto qualcosa del genere, ovvero a partire da Lancia Delta Integrale del ’89 hanno realizzato venti esemplari di questa Delta Futurista destinati ad altrettanti proprietari/collezionisti, compreso proprio il fondatore della Singer, Rob Dickinson.
Secondo Amos stesso, il leit motiv di base è stato “eliminare tutto il superfluo e portare alla luce tutto quello che conta davvero”. Questo in pratica, è stato fatto andando ad eliminare le portiere posteriori, rinforzare il telaio e sostituire gran parte della carrozzeria originale con parti di forma simile, ma fatte in materiali compositi. Anche dentro le modifiche hanno portato ad una sapiente miscela di componenti originali e nuove, come il roll-bar, i sedili Recaro, i tasti (quello con scritto “Levati” sul volante è per lampeggiare) e i pannelli in fibra di carbonio. Per quanto riguarda la meccanica, Amos ha scelto di aggiungere pepe e freschezza al leggendario 2.0 Turbo Lampedi, sostituendo intercooler, radiatore, alimentazione, scarico e centralina. Questo si traduce in 330 cv erogati attraverso la trazione integrale e il cambio originale della Delta, opportunamente modificati per resistere alle sollecitazioni maggiori della cavalleria extra. L’alleggerimento complessivo ha portato poi a far fermare l’ago della bilancia a 1.250 kg, un valore che lascia spazio alle nostre fantasie perverse a forma di tornanti e passi di montagna percorsi col coltello tra i denti. E di fantasie dovremmo accontentarci, visto il prezzo di questa creazione: 300.000 € più una Delta Integrale originale da “sacrificare“.
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