Nessuna vera Alfa Romeo berlina che si rispetti, può definirsi tale, senza indossare in una delle sue versioni la “divisa” dei Carabinieri: le Giulia anni ’70, le Alfetta, le Alfa 90 e 75 e le più recenti 156 e 159 sono tutte state, durante il loro servizio, le auto più temute dai poco di buono. E per la nuova Giulia chiamata a risollevare le sorti del Biscione, quale miglior modo di entrare nell’Arma, se non con la sua variante “calda” Quadrifoglio Verde?
Per ora niente inseguimenti
La consegna delle due “Giulie” si è svolta nel cortile del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e per l’occasione c’erano un po tutti: Il Presidente Mattarella, Sergio Marchionne, John Elkann, il Comandante Generale dell’Arma Tullio Del Sette e Mr Bean…ehm il Premier Matteo Renzi. Tutti hanno avuto parole di elogio per la nuova Alfa, che non sarà impiegata per gli inseguimenti in stile Cobra 11, bensì per il trasporto organi o come auto di scorta per le parate. I ladri tireranno un sospiro di sollievo.
Dotazione ad hoc
Le Giulia dei Carabinieri saranno dotate di tutto l’occorrente per svolgere il loro compito: defibrillatore, frigorifero per il trasporto organi e sangue, porta armi, torce a led e il sistema di connessione globale ODINO (Operational Device for Information, Networking and Observation). Ovviamente non mancherà il pezzo forte della Giulia Quadrifolgio, ovvero il suo bombastico 2.9 V6 biturbo da 510 cv.
Non per tutti i Caramba
Vi sta venendo voglia di fare i test d’ammissione per diventare un Carabiniere e poter così guidare la Giulia Quadrifoglio per lavoro? Beh sappiate che molto probabilmente sarebbe inutile, ammesso che riusciate a passare i test ovviamente; Questo privilegio infatti, sarà concesso solo ad alcuni uomini scelti direttamente dai piani alti dell’Arma. Non finisce qui: una volta selezionati, saranno “costretti” a partecipare ad un corso di guida specifico, tenuto dai piloti ufficiali Alfa Romeo. Peccato.
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