C’era un tempo in cui la Lancia faceva scuola al mondo intero, era un’autorità nel panorama rallystico e aveva una divisione ricerca e sviluppo degna di questo nome …poi tutto è svanito e il marchio è caduto in un coma profondo in cui si trova tuttora, costretto ad aggrapparsi all’unica vettura basata su un progetto di 16 anni fa che lo tiene in vita; la Lancia Ypsilon. Ma in questo articolo vogliamo parlarvi di un prototipo ben più interessante, la Lancia Trevi Bimotore.
…prima un pò di storia
Tutto ebbe inizio nel 1951, quando gli alti vertici della Lancia decisero che era ora di mostrare al mondo le capacita del reparto corse interno. Così si cominciarono a vedere vetture Lancia sparse in varie competizioni sportive, dalla Targa Florio alla Mille Miglia passando per la Carrera Panamericana e addirittura in Formula 1. Ma ben presto, sicuramente spronati dalle numerose vittorie, l’attenzione si concentrò sul mondo dei Rally e da qui in poi fu un susseguirsi di auto divenute ad oggi un misto di icona e leggenda.
Ma il punto di svolta, rispetto a tutte le auto precedentemente costruite, ci fu con la “fortunata” vincita del Campionato Mondiale di Rally del 1983 con la 037. Infatti la Lancia capì ben presto che non poteva più permettersi di rivaleggiare contro avversari come l’Audi Quattro a trazione integrale con la sola trazione posteriore. Così le menti della Lancia si trovarono a dover progettare una trazione integrale da competizione per la prima volta nella storia del marchio, il primo compito era scegliere una vettura adatta e il secondo quello di progettare la trasmissione. A questo punto molti di voi sapranno che il punto di arrivo fu la leggendaria Delta S4, ma pochi sanno che è stata anticipata da un curioso prototipo; la Lancia Trevi Bimotore.
Una soluzione semplice ma complicata… aggiungere un motore
Tutto nacque da un’idea di Giorgio Pianta, pilastro delle corse italiane tanto da venir chiamato il «re della Mandria» (pista di prova della Lancia), che ebbe l’intuizione di aggiungere un motore a quello già esistente. L’idea era audace, un motore per ogni assale, e per realizzare il prototipo la scelta ricadde sulla Lancia Trevi Volumex che montava un motore 2 litri cinque cilindri in linea da 135 cv e 206 Nm di coppia massima. Ma la cosa più importante, come facilmente intuibile dal nome, era la presenza di serie del famoso compressore volumetrico a lobi detto “Volumex”, capace di garantire sia coppia ai bassi regimi che una buona prontezza dell’acceleratore, caratteristiche determinanti nei rally.
Dopo aver saldato le portiere posteriori, venne montato il secondo motore 2.0 Volumex al posto dei sedili su un apposito telaio saldato alla scocca e venne spostato l’unico serbatoio di 130l nel portabagagli. Ed ecco la trazione 4×4, ogni motore trasmetteva il moto alle ruote del rispettivo assale. Ma ora viene la parte complicata, come guidare la macchina gestendo contemporaneamente 2 motori e 2 trasmissioni? Per ovviare al problema Pianta inventò un complesso sistema dove entrambi le trasmissioni erano collegate tra loro, permettendo al pilota di cambiare marcia usando una sola leva ed una sola frizione come nelle vetture convenzionali. Per l’acceleratore invece, si pensò ad un sistema elettronico che avrebbe gestito 2 carburatori contemporaneamente applicando un leggero ritardo su quello posteriore, in modo da ridurre il sovrasterzo. Anche il cruscotto fu modificato, trovando posto a indicatori doppi per contagiri, manometro, temperatura dell’acqua e pressione dell’olio.
Dalla Lancia Trevi Bimotore alla Delta S4
La soluzione di montare il doppio propulsore non si rivelò un completo fallimento, le prestazioni erano ottime ma la Trevi Bimotore pagava lo scotto del peso elevato dovuto a motore-trasmissione doppi, oltre ad avere un problema di surriscaldamento del propulsore montato posteriormente. A nulla erano valse le prese d’aria ricavate nelle portiere e nei montanti del tetto posteriori. Così il progetto della Trevi Bimotore lasciò lo spazio al progetto “Abarth SE038” che in seguito diventerà la mostruosa Delta S4, con il quale la Lancia si presentò al mondiale rally del 1985 …ma questa è un’altra storia. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti qua sotto …ci vediamo al prossimo articolo! 😉
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