Di solito quando un personaggio se ne va si è portati a dover ingigantire il suo talento ed il suo contributo, in questo caso invece è molto più facile perché non c’è bisogno di inventare o estremizzare nessun concetto, basta semplicemente limitarsi ai fatti. Lauda era soprannominato il “computer” ma nella sua vita di calcolato c’è stato davvero poco. Uomo schietto, senza peli sulla lingua, i suoi pensieri però, a differenza di ciò che avviene oggi, non li affidava ai social ma aveva il coraggio di esternarli di fronte ad un altro carattere d’acciaio come il Commendator Ferrari.
In Ferrari dal 1974, chiamato dall’amico Clay Regazzoni, iridato l’anno successivo, hollywoodiano protagonista, potremmo definirlo, della celeberrima stagione 1976, quella in cui sconfisse prima le fiamme nell’inferno del vecchio Nurburgring, poi il dolore e il buon senso tornando in pista a Monza a tempo di record, pronto a tutto pur di difendere la sua corona. Quella stessa corona gli verrà sottratta all’ultimo atto, al Fuji sotto un diluvio da tregenda. L’anno successivo vinto il titolo sulla rossa con due gare d’anticipo lascia Maranello sbattendo la porta, poi è la volta del “circus” della F1, abbandonato per la prima volta nel 1979. Fonda addirittura una compagnia aerea, ma poi la voglia di tornare ha il sopravvento. Nell’84 su McLaren arriva il tris iridato compiendo l’ennesimo capolavoro, che rimane ancora oggi senza replica. Si aggiudica infatti il titolo per mezzo punto su un giovane Alain Prost, dimostrandosi ancora una volta un furbo e finissimo stratega oltre che un pilota sopraffino. Appeso il casco al chiodo non comincia però la sua pensione, che pure sarebbe stata “dorata” da buon borghese austriaco qual era. Torna nel paddock nelle vesti del dirigente, collaborando più o meno direttamente con diversi team: Ferrari, la meteora Jaguar e infine Mercedes.
Erede di Fangio e Jim Clark, Niki che sosteneva come fosse meglio avere “un buon piede destro piuttosto che un bel viso” è l’icona della F1 tra gli anni ‘70 e ‘80, il secondo pilota più vincente della Scuderia Ferrari per titoli (2) e vittorie (15) dietro solo a Kaiser Schumi. Ayrton Senna una volta disse di lui “He was the best driver who ever lived”, e forse dopo questo non c’è molto altro da aggiungere.
Andrea Schinoppi