[1] 12 settembre 2000: con sole 23 gare in monoposto all’attivo Kimi-Matias Raikkonen, da Espoo, Finlandia, sale per la prima volta su una F1 in un test al Mugello a bordo di una Sauber motorizzata Ferrari correndo con lo pseudonimo di Eskimo (in omaggio della marca di gelati finlandese che aveva coperto le spese del test). In quel test Kimi girerà più veloce di mezzo secondo del pilota titolare, il brasiliano Diniz, impressionando il team principal della scuderia elvetica Peter Sauber ma anche sua maestà Michael Schumacher, impegnato sulla stessa pista con la Ferrari. Al termine di quel test Michael disse all’ingegnere di pista della Sauber Jacky Eeckelaert, «dovete prenderlo, sarà veloce, molto veloce».

[2] GP Australia 2001: al debutto assoluto Kimi, scattato tredicesimo, riesce subito nell’impresa di conquistare il suo primo punto mondiale classificandosi al sesto posto. Un Gran Premio storico guardando ai rookies; quel giorno infatti debuttarono con lui anche Juan Pablo Montoya (Williams) ma soprattutto Fernando Alonso (Minardi). Entrambi oltre che rivali saranno, seppur brevemente, anche compagni di squadra di Kimi.

[3] GP Australia 2002: dopo solo una stagione con la Sauber viene ingaggiato dalla prestigiosa scuderia di Ron Dennis per sostituire l’illustre compatriota bicampione del mondo Mika Hakkinen. Raikkonen, affiancato in questa prima stagione dal veterano David Coulthard, correrà fino al 2006 per la McLaren.

[4] GP Malesia 2003: pur scattando solo settimo in griglia arriva la prima vittoria per Iceman, curiosamente, in uno dei Gran Premi più caldi dell’intera stagione. Una stagione nella quale, grazie ad una straordinaria regolarità arriverà, pur con una sola vittoria all’attivo, a contendere il titolo al Kaiser Schumi fino a Suzuka, ultima gara in calendario. Perdendo il titolo per soli 2 punti.

[5] GP Europa 2005: immagine simbolo della sfortuna che, quell’anno in particolare, si accanisce contro il finlandese. Kimi guida il GP d’Europa (al Nurburgring) fino all’inizio dell’ultimo giro quando la sua sospensione anteriore destra cede di schianto lanciandolo nella ghiaia. Quell’anno la McLaren è un auto da titolo ma l’affidabilità frena Raikkonen sul più bello diverse volte, molte delle quali mentre si trova in testa. Non basteranno pertanto ad Iceman 5 pole e addirittura 7 vittorie per vincere il titolo che va invece all’asturiano Fernando Alonso su Renault.

[6] GP Australia 2007: dopo un deludente 2006, a bordo di una McLaren poco competitiva, Kimi sbarca a Maranello sostituendo un altro mostro sacro della F1, Michael Schumacher. Il debutto è subito da sogno. Kimi fa pole, vittoria e giro veloce, imponendosi per distacco sulle McLaren di Alonso e del debuttante Lewis Hamilton. Solo in cinque prima di lui hanno vinto alla prima gara con la Ferrari; un evento raro, che nel 2010 riuscirà in Bahrein anche a Fernando Alonso.

[7] GP Brasile 2007: al termine di un mondiale al cardiopalma Kimi, contro ogni pronostico, beffa all’ultima gara, per un solo punto, le due McLaren dei compagni-coltelli Alonso Hamilton, centrando il suo primo ed unico mondiale. Raikkonen diventa il nono pilota della storia ad essere iridato con la Rossa, ancora oggi l’ultimo a riuscire nell’impresa.

[8] 2010: dopo un improvviso divorzio da Maranello al termine di un deludente 2009, Raikkonen lascia la F1 per il mondiale Rally disputando due stagioni senza risultati di rilievo, classificandosi per due volte al decimo posto nella classifica del mondiale.

[9] GP Abu Dhabi 2012: il ritorno in F1 avviene con la prestigiosa Lotus (ex-Renault). Il finlandese disputa un’ottima stagione impreziosita dalla vittoria in terra araba, portando al team inglese una vittoria che mancava dai tempi mitici di Ayrton Senna. Celebre il suo team radio indirizzato all’ingegnere di pista: “Leave me alone, I know what I’m doing” (“Lasciami in pace, so cosa sto facendo”).

[10] GP Australia 2014: la sua seconda vita in Ferrari comincia con una stagione deludente. La F14T si rivela ben presto un’auto problematica e Kimi perde nettamente il confronto con il compagno di squadra Fernando Alonso (55 pti vs 161 pti). Dall’anno successivo e, fino alla fine della sua esperienza in Rosso, dividerà il box con l’amico Sebastian Vettel.

[11] GP USA 2018: è la prima ed unica vittoria della seconda vita di Raikkonen in Ferrari e giunge al termine di una gara tiratissima in cui emerge, una volta di più, la sua grande sensibilità nel gestire l’usura degli pneumatici. Al termine della stagione Iceman lascerà definitivamente Maranello con un bottino di dieci vittorie, un titolo mondiale e 151 GP disputati, il secondo per presenze con la Rossa dietro solo al grande Schumacher (179).

[12] GP Portogallo 2020: l’ultima fase della sua carriera è a bordo della Sauber Alfa Romeo motorizzata Ferrari. Una scelta di cuore, un ritorno nel team che lo ha lanciato in F1 e con il propulsore fornito dal team con cui Iceman ha scritto le pagine più belle della sua lunga carriera. Il suo primo giro di Portimao con le gomme d’asciutto sull’asfalto viscido, in cui scavalca nove vetture, ricorda quello di Senna a Donington nel’93 ed è l’ennesima perla di una grandissima carriera.

di Andrea Schinoppi

La carriera di Kimi Raikkonen in 12 scatti

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