1995 – Schumacher umilia Hill

La lotta è, come l’anno prima, tutta tra la Williams di Damon Hill e la Benetton di un giovane Michael Schumacher. Spa è la pista di Michael ma, in qualifica, complici guai meccanici e la pioggia che altera il lineare svolgimento della sessione, il tedesco è sconsolatamente sedicesimo, con Hill che parte invece ben otto posizioni davanti a lui.

In gara è però asciutto ed i duellanti per il titolo recuperano velocemente posizioni. Dopo la prima serie di soste Hill è primo ma Schumacher è già risalito a suon di sorpassi in seconda posizione, distante però 15 secondi dal rivale. Ecco che arriva la pioggia ed il leader della corsa, come gran parte dello schieramento, rientra ai box. Non però Schumacher che prende il comando rischiando l’azzardo di restare in pista con le slick. La scelta di Hill sembra azzeccata, visto che in un giro annulla il gap di cinque secondi su Schumacher e si porta in scia alla Benetton. Hill affianca il tedesco sul rettilineo del Kemmel e il sorpasso sembra una formalità, visto che piove a dirotto e Schumacher ha le gomme da asciutto, ma il tedesco tira una staccata incredibile all’esterno e tiene dietro il rivale.

Il meteo a questo punto sembra finalmente premiare la fantastica rimonta e la resistenza da applausi del tedesco in condizioni di palese inferiorità tecnica su Hill ed ecco allora spuntare nuovamente il sole. Hill tra testacoda, uno stop & go. e una nuova ed obbligata sosta ai box perde definitivamente terreno da uno Schumacher in stato di grazia che a questo punto vola verso la vittoria. Un durissimo colpo al morale di Hill, una grossa ipoteca sul titolo 1995, il secondo della sua carriera.

1998 – Il doppiato Coulthard

Diluvia domenica sulle Ardenne e tutti temono la partenza in discesa verso il tornantino della Source ma il disastro avviene invece poco dopo curva 1, quando Coulthard, quarto, perde il controllo dell’auto, schizza contro il muretto e rimbalza in pista davanti al gruppo. Esclusi pochi fortunati, tutti gli altri finiscono l’uno contro l’altro in un mare di rottami. «La peggior partenza che ho visto nella mia vita», commenterà il celebre telecronista inglese Murray Walker. Bandiera rossa.

Alla seconda partenza è l’altra McLaren, quella del poleman e leader del mondiale Mika Hakkinen ad essere colpita in pieno dopo un testacoda. E’ la granda occasione per Schumacher il quale, pur disponendo di una vettura inferiore al rivale, ha l’occasione più unica che rara di prendere il comando della classifica. Michael supera Hill, prende la testa della gara e si invola sotto il diluvio. Ha mezzo minuto di vantaggio sul secondo quando si appresta a doppiare l’unica McLaren superstite, quella di Coulthard.

Una formalità che si trasforma in tragedia quando, in condizioni di visibilità minima, nella ripida discesa verso Pouhon Coulthard rallenta bruscamente rimanendo però in traiettoria e finendo per essere centrato in pieno dalla Ferrari del tedesco. Schumacher rientrato ai box con l’auto su tre ruote è furibondo e cerca il contatto fisico con Coulthard, una rissa evitata solo perchè il tedesco viene prontamente trattenuto dai suoi meccanici. Michael e la Ferrari rimpiangeranno a lungo quella giornata che si rivelerà invece inaspettatamente trionfale per la piccola Jordan. Scuderia che otterrà quel pomeriggio un’inaspettata doppietta con Hill e Ralf Schumacher, la prima vittoria della sua storia.

2000 – La magia di Hakkinen

Il titolo manca alla Ferrari da 21 anni. La F2000 sembra però, dopo tanto tempo, l’auto giusta tant’è che dopo il GP del Canada Schumacher ha ben 24 punti di vantaggio su Mika Hakkinen. Poi un’estate costellata da una serie di ritiri ribalta tutto. Alla vigilia della sfida sulle Ardenne Hakkinen è passato avanti di due punti in classifica. Al sabato inoltre Schumacher è solo quarto mentre il suo rivale scatta dalla pole.

Ma in gara si parte sul bagnato e Schumacher, grazie al suo smisurato talento in condizioni difficili e con un assetto aerodinamico più carico, si sbarazza facilmente dei rivali e, approfittando del testacoda di Hakkinen al tredicesimo giro prende addirittura la testa. Poi però la pista si asciuga e Hakkinen con l’assetto da asciutto recupera inesorabilmente fino a raggiungere gli scarichi della Ferrari numero 3.

Dopo la celebre compressione Eau Rouge-Raidillon sul lungo rettilineo del Kemmel i due si trovano davanti la BAR Honda del doppiato Zonta. Schumacher supera a sinistra ed allora Hakkinen ha il colpo di genio di gettarsi tutto a destra e riesce, grazie al suo immenso coraggio ed una maggiore velocità di punta, ad infilare entrambi in un solo colpo a soli cinque giri dalla fine. Un’atroce sconfitta per Schumacher nella sua Spa che però non basterà per mettere kappaò il Kaiser di Kerpen nella sua ricorsa al titolo.

Andrea Schinoppi

Tre cartoline dal GP del Belgio

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