Sul nostro blog e sulle nostre pagine Facebook, Twitter ed Instagram parliamo generalmente di auto bellissime, potenti o a loro modo cool. Auto che fanno vibrare l’anima insomma. Bene oggi facciamo esattamente l’opposto: vi proponiamo un elenco assolutamente irrazionale e senza schemi, di tutte quelle macchine che hanno rappresentato il peggio del peggio dei listini degli ultimi 30 anni.
Fiat Duna – Come non farla entrare in questa lista? Bella come un herpes genitale e oggetto di scherno sociale, la Duna non era altro che una Uno con la coda, destinata inizialmente per il solo mercato Brasiliano; qualche “genio” del marketing deve aver pensato che potesse andar bene anche in Europa, infatti dopo soli 4 anni venne tolta dal mercato. Peccato.
Nissan Primera 5 porte – Affidabile? Si. Spaziosa? Si. E perchè fa parte della black list? Beh mettiamola così: se ti piace quest’auto fino al punto di comprarla, significa che hai dei gusti “discutibili”, per dirla in modo elegante.
Citroen C3 Pluriel – Lanciata come l’auto “4 in 1” (berlina, cabrio, pick-up, spider), doveva reincarnare l’essenza della Citroen Meahri. Invece fu un flop, ed è facile capire le motivazioni: ad un’estetica rivedibile, un telaio rigido come un budino, un cambio automatico sonnolento e fragile, si aggiungeva la grande quantità di acqua che entrava nell’abitacolo attraverso il tetto modulare.
Alfa Romeo Arna – In questo caso anche le premesse erano sbagliate: la Arna nasce da una delle peggiori joint venture mai concepite. Tradotto: design Nissan, meccanica Alfasud adattata in qualche modo e assemblaggio Alfa Romeo. Come sarebbe potuta finire bene?
Chrysler PT Cruiser Cabrio – Non ci viene in mente auto che più di questa, assomigli ad una vasca da bagno con 4 ruote. Qualcuno dice che la PT Cruiser non è stata capita. Onestamente noi non capiamo cosa ci sarebbe da capire, anche perchè tra le altre cose, beveva e si rompeva con la frequenza degli incidenti di Maldonado.
Mercedes Vaneo – Già la Classe A mk1 faceva discutere per la sua linea. Ora aggiungete al frontale di questa, l’abitacolo di un furgoncino apparentemente deformato e il prezzo di una Mercedes “vera”. Il risultato è la peggior auto made in Stoccarda di sempre.
Fiat Cinquecento – Affidabile come Schettino e resistente agli urti tipo un vaso di ceramica, la Cinquecento di glorioso aveva solo il nome della antenata. Meritano una menzione, le prestazioni della versione 700 bicilindrica da “ben” 30 cv: 0-100 Km/h in 30.0 secondi netti e 130 Km/h di velocità massima (forse mai raggiunti). Una freccia.
Hyundai Atos – Palesemente progettata per i gusti e le esigenze degli asiatici, la Atos ha però avuto un inspiegabile successo anche alle nostre latitudini. Questo probabilmente è dovuto all’esistenza di persone a cui le belle auto non interessano, in particolare anziani e mamme stanche. Proverbiali anche la fragilità meccanica e le doti prestazionali di un tagliaerba.
Audi A2 – Con la A2 la Audi era intenzionata a rivoluzionare il settore delle monovolume compatte e fissare nuovi standard di tecnologia e ricercatezza tecnica (come la carrozzeria in alluminio) nella suddetta categoria. Peccato avesse le proporzioni di una natica e un prezzo veramente esagerato.
BMW Serie 3 Compact – Brutta, sgraziata, costosa e con una spiacevole tendenza a rompere turbine, la 3 Compact non è stata sicuramente il modello più azzeccato della casa dell’Elica. “Stranamente” non ha avuto successo in Italia.
Alfa Romeo 146 – Se molti aficionados del Biscione non hanno mai visto di buon occhio il passaggio di Alfa Romeo a Fiat, è anche per colpa di modelli come la 146: più brutta della già brutta Fiat Brava dalla quale derivava e come questa, afflitta da svariate noie meccaniche ed elettroniche. Non poteva certo avere un grande successo.
Ssangyong Rodius – Credo ci sia poco da dire riguardo la Rodius. Semmai ci si chiede con quale criterio si possa accettare di staccare un assegno per poterla comprare.
Renault Vel Satis – Nel 2002 la casa francese provò a rivoluzionare il settore delle ammiraglie con la Vel Satis. Bene tentar non nuoce, ma le possibilità di riuscire nell’impresa con un modello così non erano certo elevate. Il concetto della Vel Satis fu poi ripreso, con gli stessi drammatici risultati, dalla Opel Signum.
Tutte le auto francesi a 3 volumi – Nell’ultimo trentennio non ne hanno azzeccata una. Aspettiamo controprove qualora le aveste.
Se avete in mente qualche altra auto da aggiungere alla lista vi preghiamo di scriverla qua sotto nei commenti, potrebbe uscirne fuori “Le peggiori auto degli ultimi 30 anni secondo Auto Addicted – PARTE 2”. 😉