1998 – Schumacher taglia il traguardo in Pit-lane

Schumacher insegue di sei lunghezze in classifica la Freccia d’argento di Mika Hakkinen che appare a tratti imprendibile per la sua Ferrari. A Silverstone però la pioggia che cade copiosa può offrire alla Rossa un’opportunità insperata.

Le due McLaren di Hakkinen e Coulthard dominano la gara fino al 38° giro quando Coulthard nel tentativo di doppiare la Benetton di Wurz finisce contro le barriere. La pioggia aumenta al punto da richiedere l’intervento della Safety Car. Alla ripartenza della gara Hakkinen conduce davanti ai ferraristi Schumacher e Irvine. Schumacher però, che dietro la macchina di sicurezza aveva tra se ed Hakkinen il doppiato Wurz, doppia quest’ultimo un istante prima del passaggio sul traguardo mettendosi subito a caccia del finlandese. Alle storiche Becketts avviene il colpo di scena. Hakkinen va lungo e Schumi prende sorprendentemente la testa, ma le emozioni non sono finite perché a pochi minuti dalla fine della gara al tedesco della Ferrari viene inflitto uno Stop&Go di 10 secondi per quel sorpasso su Wurz effettuato al 43° giro.

Se Schumi rientrasse verrebbe ri-scavalcato da Mika, ecco che allora il muretto Ferrari compie la magia. Il genio delle strategie Ross Brawn sfruttando il fatto che, per un ritardo nella comunicazione della stessa, la penalità sia stata annunciata solo a tre giri dalla fine decide di fermare Schumi solo all’ultimo giro (avendo per regolamento tre giri di tempo per scontarla) facendo così tagliare il traguardo al suo pilota nella pit-lane, permettendogli di conseguire una vittoria insperata in modo a dir poco unico e controverso ma dolcissimo per i tifosi italiani.

2003 – Il prete in pista

Il duello quell’anno è tra Schumacher e Raikkonen ma a Silverstone sacro e profano si fondono per la gioia di un protagonista a sorpresa. E’ il dodicesimo giro quando un ex-sacerdote irlandese di nome Cornelius Horan vestito con un kilt compie un invasione di pista mettendosi a correre in senso opposto a quello di marcia delle vetture sul velocissimo rettilineo Hangar Straight sventolando cartelli con le scritte “Read the Bible” (“Leggete la Bibbia”) e “The Bible is always right” (“La Bibbia ha sempre ragione”).

Entra la Safety Car che stravolge completamente classifiche e strategie di gara. Michael è lontanissimo, fuori dai giochi per la vittoria ed ecco che allora la Ferrari riscopre il talento di Rubens Barrichello, ottavo dopo il valzer di soste innescato dal folle irlandese.

Barrichello in trance agonistica supera in pista un avversario dopo l’altro fino a trovarsi secondo alle spalle di Kimi, il rivale mondiale delle Rosse. Il brasiliano pressa l’avversario costantemente finta l’attacco all’esterno della chicane Abbey preparando un ardito incrocio all’uscita, i due percorrono appaiati la piega a destra successiva finche Kimi nel disperato tentativo di resistere all’esterno dello scatenato Rubens finisce largo sull’erba. Barrichello trionfa fragorosamente in una gara pazza. Come avvenuto tre anni prima, ad Hockenheim, ancora una volta un’invasione di pista benedice un successo di Rubens Barrichello.

 

2008 – Lewis re sotto la pioggia

Dopo aver esaltato la grandezza di Michael dieci anni prima, la pioggia di Silverstone benedice anche il talento dell’idolo di casa ventitreenne Lewis Hamilton. Lewis scatta solo quarto dopo una qualifica stranamente opaca ma, a differenza del sabato, la gara si disputa su asfalto bagnato. Lewis scavalca al via Webber e Raikkonen ed infine il compagno Kovalainen, al quinto giro, guadagnando così la testa del Gran Premio.

Solo Raikkonen (su Ferrari) tiene il suo passo ma la gara si decide ai box al 27esimo giro. Alla McLaren montano intermedie nuove in casa Ferrari invece, visto che l’asfalto si sta asciugando, lasciano a Kimi le intermedie (quasi slick) usurate. Il cielo però quel giorno sceglie Lewis ed un nuovo scroscio premia la scelta dell’idolo di casa che da lì in poi sarà incontenibile finendo per trionfare con un minuto di vantaggio sul secondo classificato (Nick Heidfeld su BMW-Sauber).

Il ritorno alla vittoria di un inglese in casa dopo 13 anni, la prima di ben sette vittorie sull’amata pista di casa (record). Il suo trionfo stride poi con la domenica da incubo vissuta dal suo rivale per il mondiale Felipe Massa (Ferrari), autore quel pomeriggio di ben cinque testacoda ed ultimo dei piloti al traguardo staccato di due giri dal leader.

 

Andrea Schinoppi

Tre cartoline dal GP di Gran Bretagna

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