Può una casa automobilistica – composta da un numero considerevole di persone – impiegare l’equivalente di quattro gravidanze per commercializzare un modello? Sì, se parliamo di Alfa Romeo.

Mettetevi comodi, perché oggi parliamo di ciò che piace e ciò che non piace della nuova Tonale, partendo proprio dai lati negativi.

Perché non piace: “c’hanno messo troppo a farla”

Sebbene io sia un fiero portabandiera del ritardo, quello della Tonale ha dato fastidio anche a me.

Ma perché ci hanno messo tanto? Beh, i motivi – che conosciamo – sono due.

  1. Tanti investimenti, pochi guadagni: il piano industriale dell’ex-FCA ha fatto acqua da tutte le parti, con Giulia e Stelvio che da Alfa della rinascita, sono rimaste orfane, in un listino sprovvisto di modelli fondamentali per rimanere a galla – vedi Giulietta, Giulia Sportwagon e Stelvio Coupè.
  2. La fusione con il gruppo Peugeot: probabilmente l’unica salvezza di questo modello che, grazie alle doti di un personaggio tosto come Jean Philippe Imparato (CEO Alfa Romeo, ndr)  potrebbe – con estrema cautela – ridare a Cesare quel che è di Cesare.

Perché non piace: le maniglie delle portiere

La causa principale dell’astio collettivo nei confronti della Tonale? Forse.

La presenza delle maniglie tradizionali ha eliminato “l’effetto wow” che tanto avrebbero desiderato gli alfisti – e  non solo – snaturando la pulizia di una linea sinuosa e unica.

Considerando che la prossima BMW X1, sua diretta concorrente avrà – nientepopòdimenoche – le maniglie a filo con la carrozzeria, uno sforzo in più non sarebbe guastato.

Perché non piace: l’assenza del cambio manuale

SACRILEGIO!1!! LA MECCANICA DELLE EMOZIONI SENZA CAMBIO MANUALE? RIDICOLI!
…tipico commento che si legge in tutti luoghi e in tutti i laghi.

In realtà non c’è da stupirsi, la trasmissione automatica è ormai la preferita in quasi tutti i mercati e per ogni segmento, supercar incluse. Certo, fa male sapere che un’auto del biscione non avrà l’opzione a tre pedali, ma che senso avrebbe introdurla ed eliminarla successivamente – perché non vende – come con Giulia e Stelvio? Meglio fare al contrario, parole dello stesso CEO Imparato.

Ora che abbiamo chiarito alcuni punti che fanno storcere il naso, passiamo ai pro di questa nuova Tonale, che segna un cambio di rotta per tecnologia, esperienza d’acquisto e concretezza.

Perché piace: Tecnologia

Finalmente c’è tutto quello che serve per essere all’altezza delle concorrenti.

Fari full led – dal disegno accattivante – doppio display digitale, Alexa integrata nell’infotainment e guida autonoma di livello 2. Adesso anche noi italiani possiamo giocare a ce l’ho/mi manca con i tedeschi, ma le sorprese non finiscono qui.

Le versioni a benzina da 130 e 160 cavalli che tutti pensavano fossero mild hybrid, a detta dei tecnici avrebbero un funzionamento – seppur limitato dalla batteria – più simile alle auto full hybrid.

Non mancheranno il tradizionale diesel Multijet e la tanto attesa ibrida ricaricabile da 275 cavalli.

Insomma, sulla carta ce la giochiamo bene. Non resta che attendere le prime impressioni di guida.

Perché piace: New buying experience

Svalutazione e qualità di materiali ed assemblaggi. Chi bazzica nel settore, sa bene che questi sono due punti deboli del biscione che la nuova gestione ha promesso di migliorare, con alcune novità succulente.

In primis, poche versioni, pochi pacchetti e niente più super sconti o vetture a KM0. Questo, insieme all’associazione di un’NFT che ne certificherà lo stato d’uso, aiuterà a mantenere un valore degno di un’auto premium, entro i primi 3/4 anni.

E ancora, 5 anni di garanzia – che ormai regala solo Hyundai – e 8 sulle batterie. Può essere una semplice trovata commerciale, che però lascia ben sperare sulla qualità del prodotto.

Come già accade con alcuni marchi concorrenti, durante la manutenzione si potranno “spiare” i tecnici al lavoro sull’auto attraverso l’app dedicata, grazie ad una telecamera che inquadrerà l’intervento dei meccanici.

Un’esperienza d’acquisto totalmente rivista grazie a piccole-grandi accortezze che fanno la differenza.

Perché piace: promette bene

È un’Alfa che fa poche chiacchiere, non ha grandi aspettative di numeri e forse, proprio per questo, promette bene.

In Alfa Romeo sono convinti di aver realizzato un ottimo prodotto, ma sanno quanto sarà difficile ritornare in vetta. Per questo aspettano che siano i clienti a tracciare la strada da seguire nei prossimi anni.

La Tonale porta con sé umiltà e concretezza, due valori che regalano una speranza migliore; meno incantevole, ma sicuramente più solida di quella che si respirava intorno alla Giulia.

Lo scopriremo solo vivendo

Tanti sono i punti ancora da chiarire e tante le cose da toccare con mano di questo nuovo attesissimo SUV.

Non ci resta che attendere qualche mese per capire come si comporterà alla guida, il rapporto con le concorrenti e con la Jeep Compass, da cui deriva il pianale.

A parte qualcosa che poteva essere migliorata però, un grande in bocca al lupo ad Alfa Romeo, portabandiera tricolore dalla storia controversa e affascinante, ma apprezzata in ogni angolo del mondo.

Luca Giaffreda

Alfa Romeo: quattro gravidanze per mettere al mondo la Tonale. Vediamo perché piace e perché no

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